Hakuna Matata! E’ questo quello che ci si sente dire appena si arriva in Kenya: nessun problema, tutto si risolve, basta andare pole pole, piano piano!
Il Kenya rappresenta per molte famiglie una vacanza ideale: sole, mare, natura e possibilità di escursioni appassionanti come i safari nella savana, a caccia di leoni, ippopotami ed elefanti, o i safari blu, alla ricerca di tartarughe marine, delfini e pesci colorati.
Il periodo migliore per visitare questo affascinante paese è Dicembre-Gennaio, quando la stagione è più asciutta, da evitare invece i mesi da aprile a giugno, quando inizia la stagione delle piogge. E’ bene ricordare comunque che, indipendentemente dal periodo scelto per la vacanza, il sole a cui ci si espone è quello equatoriale, quindi è necessario proteggersi (e proteggere i più piccoli) accuratamente, in modo da evitare non solo ustioni ed insolazioni, ma anche disturbi intestinali, dati il più delle volte da un’eccessiva esposizione piuttosto che da contaminazioni alimentari.
A proposito di malesseri, la terapia antimalarica è consigliata per il Kenya, ma, a dir la verità, quasi nessuno vi si sottopone o la fa fare ai propri figli, in quanto, specialmente nella stagione asciutta e sulla costa, il rischio di imbattersi nella zanzara femmina, incinta e portatrice di malaria è molto basso. Il Kenya è un paese a 2 facce: da una parte l’esplosione di colori delle buganvillee in fiore e delle rigogliose palme da cocco, dall’altra le vaste distese di vegetazione riarsa dal sole.
Le strutture alberghiere curate e dotate di ogni comfort si contrappongono alle baracche di fango e paglia che sorgono soprattutto fuori dalle grandi città.
I bambini, scalzi e polverosi, corrono incontro ai pullman di turisti salutando con una mano e aprendo l’altra nell’attesa di ricevere qualcosa, e quando questi poi si fermano per distribuire farina e fagioli (quasi tutte le escursioni prevedono lo stop in un supermercato per comprare viveri da distribuire poi ai villaggi lungo la strada, o agli orfanotrofi) ci si accorge che le loro mamme hanno tutte un cellulare infilato in tasca.
Anche le varie escursioni possono avere 2 facce: quella rassicurante del programma offerto dal tour operator con il quale si viaggia (in caso di viaggio organizzato), o quella più incerta e temeraria delle gite offerte dai “beach boys”, i ragazzi che popolano le spiagge e che con modi affabili ed amichevoli, e spesso in ottimo italiano, avvicinano i turisti (hanno un fiuto infallibile per i nuovi arrivati) e propongono escursioni simili a quelle proposte dal villaggio, ma a prezzi inferiori.
Noi abbiamo preferito “andare sul sicuro” e abbiamo comprato in albergo il safari blu: una gita in barca offerta dal tour operator, che ci ha fatto scoprire angoli bellissimi come il parco marino di Watamu, con una spiaggia e un’acqua da fare invidia alle Maldive, oltre a darci l‘ebrezza di vedere un gruppetto di delfini nuotare pacifici proprio vicino alla barca.
I più avventurosi invece hanno scelto il safari, che prevede un minimo di un pernottamento all’interno del parco scelto e due giorni di giro in jeep o pullmino alla ricerca degli animali selvaggi, anche qui i bambini erano moltissimi, ma è bene essere preparati ad affrontare una gita abbastanza faticosa per tutti. Per quanto riguarda gli acquisti, ovunque, anche sulla spiaggia, si trovano negozietti o mercatini con oggettini di ogni tipo, e spesso anche all’interno del villaggio si organizzano delle serate a tema con mercatini masai o africani, dove è possibile comprare piccoli souvenir, collane, braccialetti dipinti, parei, borse e chi più ne ha più ne metta: i kenyoti sono davvero ingegnosi e hanno saputo creare oggettini simpatici ed utili da portare a casa come ricordo.
Il Kenya ha i colori dell’Africa nera e dei frutti esotici, ha il sapore dei safari e del relax sulle spiagge fini e bianche: insomma, è un mix ideale per chi vuole farsi contagiare dal celeberrimo mal d’Africa.
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