Nei primi giorni mi chiedevo spesso dove fossero tutti i baffuti omoni con sombrero presenti nei racconti che il mio papà mi aveva fatto in preparazione del viaggio, al mare erano tutti bianchi, americani ed europei e le lingue più parlate erano l’inglese e l’italiano a dire il vero non mi sembrava neanche di stare in Mexico.
Poi l’arrivo a San Cristobal de las Casas mi ha finalmente mostrato il vero Mexico, certo non quello dei sombreri e baffoni (presenti nel nord del paese), ma quello del popolo indigeno discendente dalla millenaria cultura dei maya. La nostra base è il centralissimo Hotel Real del Valle carino e abbastanza economico, d’altronde noi bambini vogliamo camminare poco e stare abbastanza comodi.
Il piazzale della bellissima cattedrale (ho chiesto a papà dove fosse ‘ il gobbo’, ma si è messo a ridere. Non capisco perché, forse non tutte le cattedrali hanno il loro gobbo; ma misteri della vita) diventa subito spazio per le mie scorribande e spesso mi ritrovo a giocare con i bimbi del posto con reciproco scambio di giochi, io mi prendo il subcomandante Marcos di stoffa e loro i miei giochi. Alla fine lascio sempre qualcosa in regalo e nei loro occhi si vede la felicità e la gratitudine di chi non è abituato a riceverne tanti.
Tutto qui è diverso, gli odori, i sapori, i colori, il cielo è di una limpidezza mai vista. Mi sono così bene ambientato che la mattina abbandono la mia colazione con latte e nutella per lanciarmi sugli strepitosi tamales (mi sembrano un misto di lasagne e polenta) o sui saporitissimi tacos ripieni di formaggio.
Qui i ritmi sono estremamente tranquilli e spesso in attesa dei pasti troviamo anche il tempo di mandare gli email/saluti a casa e agli amici o di giocare sul sito delle Super Chicche (certe volte la televisione mi manca, anche se la disintossicazione procede al meglio), in una delle tante postazioni internet che si trovano nei bar/caffetterie o nei ristoranti della città.
Un’altro dei luoghi migliori per immergersi nei colori del Chiapas è senza dubbio il mercato,in San Cristobal ve ne sono diversi, quello ‘dell’artigianato’ (attorno al Tempio di Santo Domingo) mi è piaciuto moltissimo e come la mamma sono stato assalito dalla SIAN (sindrome incontrollabile da acquisti natalizi) che può colpire in qualsiasi periodo dell’anno basta che ci sia da spendere.
I mercati generali invece sono un esplosione di odori e colori, da quelli buoni a quelli brutti (tra pesce e carne certe puzzettine), qui è carino osservare come anche la frutta o la verdura venga disposta nella tipica figura della piramide/castillo dando anche alla faticosa quotidianità un un tocco di religiosità e tradizione.
Il mercato è anche un ottimo posto per mangiare, le pappe sono ottime ed economiche oltre che rappresentative di tutta la cucina chiapateca: burritos, enchilada , chilaquiles , quesadilla, tacos e tortillas e tante altre belle cosine e non vi preoccupate l’igiene è sufficiente e limitandovi alle cose ben cotte i pancini dei vostri bimbi non rischiano poco o nulla.
Io ho provato di tutto, anche quegli splendidi dolcetti di marzapane esposti su bancarelle assalite dalle api. Anche se devo ammettere che la nostra ‘farmacia da viaggio’ era ben nutrita e pronta a qualsiasi problema di natura gastrointestinale. Fortunatamente anche questa volta i farmaci hanno fatto solo i turisti e sono ritornati tutti intatti.
San Cristobal ha tante cose da vedere e da scoprire. Musei di tutti tipi come quello del caffè dove vi erano tanti bei disegni e un bar per assaggi di caffè o frappe al cioccolato più adatto a noi bimbi. Da non perdere la passeggiata fino al ‘Cerro de Guadalupe’ una chiesa da dove si può godere della vista di tutta la città dall’alto.
La città è anche un buon punto di partenza per fare escursioni, noi ne abbiamo approfittato per visitare Zinancatan dove nel sagrato della bella chiesa era in corso una festicciola e tutti i presenti indossavano i caratteristici costumi Tzotzil. Un veloce scambio di battute con i ‘maggiordomi’ del paese (sarebbero le autorità religiose, ma non sono preti) ci da la possibilità di far visita ad una famiglia della comunità.
In casa ci cucinano ottime tortillas e ci spiegano il problema degli ‘Espulsado’ che abbiamo visto nelle baracche alla periferia di San Cristobal. Essi sono stati cacciati dai loro paesi di origine grazie alle mille chiese evangeliche americane che vengono a devastare le menti dicendo loro di non prestare più servizi religiosi o civili alla comunità in nome di non so quale Dio.
All’interno della chiesa di San Juan Chamula ho assistito ad uno dei riti più strani che abbia mai visto (anche se data la mia età non è che ne abbia visti molti). Una povera gallina veniva strofinata sul tutto il corpo di chi doveva ricevere qualche benedizione il tutto tra bevute di coca cola e qualche ruttino che doveva servire a scacciare gli spiriti del male.
Poi è arrivata l’escursione che attendevo più di tutte, quella al Canyon del Sumidero. Una gita in barca tra pareti rocciose alte fino a 1000 metri, da qui si suicidarono molti indios che al tempo dei conquistadores non volevano sottomettersi agli spagnoli. Due ore e mezza, 64 km di durata (tra andata e ritorno), immersi in una natura selvaggia e bellissima.
Ti fanno indossare un bel giubbettino di salvataggio (non si sa mai) e a bordo di potenti barconi si va alla scoperta di scimmie, avvoltoi, tapiri e coccodrilli, noi ne abbiamo visto uno piccolo e un’altro grossissimo. Arrivati alla diga, punto finale dell’andata, il pilota ci ha detto di scendere e di tornare indietro a nuoto e io ci stavo per credere (quanto si crederanno spiritosi questi adulti????).
Al ritorno dal Sumidero una tappa veloce a Chiapa de Corzo storica e graziosa cittadina del Chiapas. Anche qui un piccolo acquisto, non potevo dimenticarmi di che era rimasto a casa, quindi per il mio gattino ho preso una bella amachetta in miniatura così queste’estate ci culleremo assieme ripensando a questo splendido viaggio.
L’ultimo pensiero un po’ malinconico l’ho avuto nei pressi di Ocosingo guardando gli occhi tristi di un mio coetaneo davanti al murales del Che con Zapata, che come tutti i ribelli di questo mondo non hanno mai smesso di sognare un mondo più giusto di questo.
Hasta Siempre Chiapas
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